Due le notizie del passato week end che hanno attirato la mia attenzione e che sono degne della rubrica #MagicMonday: da un lato il governo di appresta a studiare leggi che obbligano i negozi a chiudere la domenica e mettono limiti alle vendite tramite e-commerce (!), dall'altro Zara riapre il negozio di Milano sito in Corso Vittorio Emanuele, creando qualcosa che prima non c'era.

Il nuovo negozio - oltre ad avere sistemi efficientamento energetico di prim'ordine - integra tecnologie d'avanguardia, che lo pongono ad assumere una veste nuova.

Non è più un semplice negozio come siamo abituati a pensare.

Il nuovo Zara è anche il punto di ritiro degli acquisti online: è possibile, tramite un codice ricevuto dopo aver effettuato l'ordine, ritirare il proprio capo senza attese, senza dover attendere che un commesso si liberi.

Tutti gli addetti sono dotati di tablet per recuperare e tracciare informazioni in tempi velocissimi.

Troviamo specchi che vedono l'abito che stiamo provando e ci suggeriscono abbinamenti.

Possiamo provare un capo e poi pagarlo online per farcelo recapitare a casa.

Se ci pensiamo bene, Zara ha concretizzato uno degli argomenti sulla bocca di tutti, ovvero l'integrazione tra online offline negli acquisti.

Chi lavora nel marketing ne parla da tempo. Chi si occupa di digital transformation non perde occasione per tornare sull'argomento. Chi realizza hardware e software ad hoc crea convegni e tavole rotonde per approfondirne gli aspetti. I brand della moda più importanti in Italia confermano che sarà il futuro del retail.

E Zara l'ha fatto.

Questa è un'ottima notizia, perché segna un punto di partenza. Aggiungo inoltre che non dobbiamo spaventarci nel credere che questo tipo di integrazione richieda budget milionari, accessibili solo a grandi catene multinazionali.

Oggi esistono tecnologie che permettono a tutte le aziende di creare una sinergia tra il mondo online e quello offline, a vari livelli.