Oggi ti racconto un'operazione di marketing che è passata (in Italia) inosservata, ma che può fornire alcuni spunti di riflessione importanti.

Parliamo del coccodrillo della Lacoste: l'azienda #1 nella vendita delle famose "polo", ad inizio 2018 lancia una campagna di marketing "animalista", ovvero con l'obiettivo di sensibilizzare il pubblico su alcune specie animali in via di estinzione.

Per farlo, "sacrifica" il proprio logo: il coccodrillo viene sostituito da alcuni di questi animali in via di estinzione: la tigre si Sumatra, tartaruga burmense, il rinoceronte di Giava, il gibbone Caovit, ed altri.

Il numero delle maglie prodotte, corrisponde alla quantità di esemplari rimasti: realizza quindi una edizione super limitata (in totale vengono prodotti 1775 capi), vendute ad un prezzo di €150 l'una. Il ricavato è stato destinato alla lotta per la conservazione delle specie a rischio.

Tutto è andato sold out in pochi giorni.

Perché ti racconto questa storia? Perché innanzitutto è un esempio coraggioso di come utilizzare il proprio logo... non utilizzandolo! Coraggioso perché il brand di Lacoste è universalmente riconosciuto e quindi sostituirlo con un'altra icona avrebbe potuto essere potenzialmente un'operazione controproducente. Allo stesso tempo, avere un brand così "potente" permette di poter sviluppare operazioni creative che "giochino" sui questo fattore. Ma proprio per questo motivo, è un'operazione che pochi possono permettersi.

Tanto di cappello all'agenzia che ha avuto il coraggio e l'idea.