.... in un contesto di mercato caratterizzato da un crescente fabbisogno di investimenti per l’innovazione delle piattaforme di rete e tecnologiche, al fine di garantire standard di qualità sempre più adeguati alle mutate esigenze dei Clienti, le condizioni contrattuali di alcune offerte dedicate alla Clientela Business Fisso, verranno modificate come di seguito specificato:

Iniziano tutte così le comunicazioni di TIM (ma anche quelle degli altri operatori) relative agli aumenti per la clientela Business.

Nell'ultimo anno le così dette manovre si sono susseguite ad un ritmo incalzante, portando costi aggiuntivi ai clienti. Innanzitutto diciamo subito che queste operazioni sono (purtroppo) perfettamente lecite ed in linea con quanto dice la legge. Già, perché il cliente è "libero" di esercitare il diritto di recesso:

Il Cliente che non intenda accettare le suddette variazioni, ai sensi dell’art. 70, comma 4 del Codice delle Comunicazioni Elettroniche, ha il diritto di recedere dal Contratto o dalla singola Offerta, nonché di passare ad altro operatore senza penali né costi di disattivazione

Già, peccato che per una azienda non sia così semplice cambiare operatore in soli 30 giorni. Ma di questo ne parliamo dopo, perché comunque può rappresentare un'ottima opportunità per il cliente.

Proprio dall'ultima manovra di TIM del 04 Febbraio 2019, mi sono preso la briga di andare a vedere negli ultimi mesi cosa è successo, più che altro per curiosità (è un esercizio che si può fare con qualsiasi operatore). Ho preso in considerazione solo le manovre che hanno un impatto sulla clientela business e solo quelle sulla rete fissa, tralasciando le offerte di telefonia mobile.

Questo il risultato (aumenti TIM dal 2018 a marzo 2019, rete fissa, clienti business):

  • UPDATE 1 Maggio 2019: Opzione Safe Web da gratuita a +3€/mese
  • 1 Aprile 2019: Linee voce (RTG/ISDN etc) + 10€ / mese
  • 15 Marzo 2019: “TuttoFibra” + 10€ / mese
  • 15 Marzo 2019: ADSL, HDSL, VDSL + 10%, router + 10%
  • 15 Marzo 2019: linee base e ISDN + 10€ / mese
  • 1 Gennaio 2019: linee base e ISDN + 10€ / mese, accesso primario +4€ / canale / mese
  • 1 Gennaio 2019: “TuttoFibra” FTTC/E/H + 10€ / mese
  • 1 Gennaio 2019: ADSL, HDSL, VDSL + 10%, router + 10%
  • 1 Gennaio 2019: prezzi delle telefonate +10€cent / min
  • 1 Gennaio 2019: offerte voip TrunkSip + circa 10% (vedere tabella)
  • 1 Gennaio 2019: CDN + 20%
  • 1 Gennaio 2019: offerte fibra dedicata Ethernity +15%
  • 1 Settembre 2018: “TuttoFibra” FTTC/H + 6€ / mese
  • 1 Settembre 2018: linee voce flat ISDN/RTG/PRI + 4€ / mese
  • 1 Settembre 2018: ADSL + 2€ / mese
  • 1 Settembre 2018: ADSL Professional e HDSL + 10%
  • 20 Luglio 2018: linee RTG/ISDN +4€ / mese
  • 1 Giugno 2018: su tutte le offerte -0,1% (???)
  • 1 Giugno 2018: “TuttoFibra” e Tutto Senza Limiti ADSL +5€ / mese

NOTA IMPORTANTE:

1) tutti i comunicati ufficiali con i dettagli si trovano qui

2) gli aumenti non impattano tutti i clienti business indistintamente, ma sono in funzione di segmenti specifici

3) per semplicità ho sintetizzato le offerte commerciali, raggruppandole, in quanto sono veramente molte. L'obiettivo è dare un'idea generale del fenomeno. I dettagli, ciascun cliente li può trovare qui

4) Ho preso gli aumenti di TIM perché sono stati quelli più frequenti (nel periodo considerato) e di maggior portata. Anche gli altri provider in passato hanno attuato politiche simili, nessuno è esente.

Ora, a prescindere dai singoli casi, è il metodo che personalmente non condivido: se è vero da un lato che negli ultimi anni la concorrenza ha permesso ai clienti di avere notevoli risparmi nel settore delle telecomunicazioni, allo stesso tempo i provider non si sono mai distinti per trasparenza (abbiamo già dimenticato la fatturazione a 4 settimane??).

Manovre di questo tipo impattano veramente sulla qualità del servizio, migliorandone lo standard (come scritto nelle comunicazioni inviate dall'operatore)? Ciascuno di noi conosce la risposta.

Credo che questo atteggiamento sia figlio di più di una visione a breve termine, volto al fine di aumentare i ricavi, piuttosto che di creare un rapporto duraturo con i clienti.

Ci sarà un punto zero? Ovvero un momento in cui i provider decideranno che valori come trasparenza e fiducia sono alla base di rapporto continuativo di partnership? Soprattutto in ambito business, dove le imprese cercano fornitori seri, competenti e dei quali possano fidarsi.

Credo di sì. Alcuni hanno già iniziato questo percorso, altri ci arriveranno, sarà il mercato a fare la selezione.

Anche perché per una azienda, cambiare una infrastruttura tecnologica, non è cosa semplice. Ma si può. E questo cambiamento non deve spaventare.

Cosa fare?

Nel caso quindi che il vostro operatore di telecomunicazioni (TIM, Vodafone, Fastweb, Wind, etc) applichi una modifica unilaterale del contratto, con condizioni svantaggiose (per il cliente ovviamente!) conviene valutare seriamente se e come cambiare fornitore.

Le possibilità ci sono: il consiglio è quello di confrontarvi con il vostro referente, saprà certamente trovare una soluzione.

Ah, un consiglio importante: quando scegliete un nuovo operatore, oltre al prezzo e ai contenuti dell'offerta che vi presenta, chiedete (e controllate!) se c'è l'abitudine di variare le condizioni del contratto dopo averlo firmato... non si sa mai :-)

DISCLAIMER

Dal mio profilo linkedin potete vedere che ho lavorato in TIM (dal 1992 al 1998 e dal 2013 al 2018) e lavoro oggi per FASTEB (dal 2001 al 2013 e da metà del 2018).