E’ l’app più chiacchierata del momento. Tutti ne parlano, tutti ne scrivono, tutti la guardano e tutti trasmettono. Siamo oramai tutti broadcaster. Una vera rivoluzione.

Anche io sono stato rapito e fin dal primo giorno ho iniziato ad utilizzarla, cercando di capire meglio quali fossero le meccaniche di funzionamento. Ovvero come Periscope interagisce con le persone e con le relazioni tra le persone.

Dopo alcuni giorni sono arrivato ad una conclusione: è un’App rivoluzionaria, soprattutto per la facilità di utilizzo, con un potenziale altissimo, ma che è destinata a scomparire. Sarà uccisa dalla mancanza di creatività.

Il fatto principale è proprio la facilità di utilizzo: da un lato, questo permette all’App di avere un pubblico sterminato, dall’altro rischiamo essere invasi da broadcaster che trasmettono video senza senso, facendo così aumentare il tasso di abbandono.

Sono convinto che se l’utente non trova contenuti di qualità, difficilmente si troverà ad usare di nuovo l’App. Ma creare contenuti di qualità non è semplice. Il vantaggio di Periscope è che il pubblico è (potenzialmente) enorme e quindi ci sono più possibilità di generare un contenuto che possa interessare qualcuno. Ma anche in questo caso c’è un limite: se la qualità scende, il pubblico scende.

La mia soluzione personale è provare a produrre contenuti con un minimo di creatività: nulla ci vieta di pensare prima e andare online dopo. E’ un esercizio divertente, ciascuno può esplorare le proprie aree creative.

Ovviamente mi trovi su Periscope qui: @marcogovoni